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La valle Ellero lunga 35 Km. è poco frequentata dal turismo; a questo
contribuisce il fatto che l'unico centro
abitato della valle è Roccaforte Mondovì, posizionato al suo imbocco, mentre il
resto della valle conta alcune frazioni.
Ciò nonostante, la valle offre diverse attrattive di interesse naturalistico
culturale. Escursionisti alpinisti e
speleologi troveranno nell'alta valle terreni favorevoli alla pratica delle
loro attività. La valle è chiusa dalle propaggini della catena del Marguareis,
in particolare da Cima delle Saline e monte Mongioie queste vette sono
facilmente raggiungibili partendo da Pian Marchisio, con il Rifugio Havis De
Giorgio che offre un valido punto di appoggio. Dall'alta valle passano diversi
sentieri di media e lunga percorrenza: la Grande Traversata delle Alpi, la Via
Alpina (percorso rosso), ed il Giro del Marguareis. Da qui passavano i percorso
che univano il Piemonte alla Liguria, e sui quali un tempo passava il commercio
del sale. Per gli appassionati di arrampicata, la valle offre diverse
possibilità di praticare il bouldering e durante l’inverno, offre impianti i risalita per lo sci alpino.
(1) 26 maggio 2011: Lago Biecai 1967m. (2) 17 ottobre 2017: Lago delle Moie 2112m. (3) 4 giugno 2017: Lago Ratavuloira (Rataira).
VIAGGIO NELLA PIETRA
(1) 3 luglio 2018: Grotta " Inghiottitoio I Tumpi " a quota 1840m cavità carsica della Riserva del Mondolè. (2) Foto della Grotta I Tumpi Ph Ube Lovera. (3) Panoramica del Gias Gruppetti e Monte Mongioie 2630m, in salita alla Cima delle Saline.
Risalendo la Valle Ellero in direzione del Mongioie, traversando Pian
Marchisa (passa a salutare Mariolino e Daniele al Rifugio Mondovì, maleducato),
abbandonata la strada e proseguendo sul sentiero verso il Passo delle Saline,
non potrai non inciampare dentro una profonda dolina che ingoia parte delle
acque del rio temporaneo che scorre lì accanto. Quella dolina sono i Tumpi, grotta
di discreta storia, considerando che fino a qualche mese fa non superava i 5
metri, tanto di profondità quanto di sviluppo. Ragione della sua fama è
un'antica colorazione che decretò, al di là di ogni dubbio, come l'acqua
dell'inghiottitoio filasse rapida e decisa verso le Vene. Un tappo di detrito
condito da molta, troppa acqua, sbarrava però la via senza che le sporadiche
visite riportassero variazioni. Lo scorso autunno un fortunato pellegrinaggio
riferiva invece le seguenti novità: rio esterno in secca, tappo detritico
ridotto e, udite, discreta corrente d'aria soffiante per completare il quadro. Il successivo scavo, promosso da Meo l'eterno, liberava il passaggio
verso una frattura che dopo qualche metro sfociava, previo saltino arrampicabile,
in una comoda sala. Dopo le necessarie opere idrauliche per intubare l'acqua
comunque abbondante, gli intrepidi procedono in discesa fino ad intercettare un
ampio meandro che, risalito per una ventina di metri, conduce solo una delle
doline adiacenti l'ingresso. Le dimensioni degli ambienti e la vicinanza di
rocce impermeabili fanno per un attimo sognare scenari piaggiabelleschi fino
all'apparizione di un interstrato occupato in egual misura da acqua e detriti. Le successive immagini fanno parte dell'orrido immaginario collettivo
marguareisiano: speleologi in fessura sdraiati nell'acqua corrente, sferzati
dall'aria gelida, che tentano inutilmente di trovare un passaggio tra le pietre
o in subordine un posto appena più asciutto. Finiscono qui, a una trentina di metri di profondità, le nuove vicende
dell'inghiottitoio dei Tumpi, in attesa che una nuova siccità renda il luogo
ancora frequentabile.
Ndr... (di Ube Lovera)
18 giugno 2015: (1) Carsismo superficiale. (2) Passo delle Saline 2174m. (3) Veduta sul Monte Mongioie, rocce calcaree.
INGHIOTTITOIO DEI TUMPI
Gli inghiottitoi sono forme carsiche legate all’ infiltrazione delle acque superficiali. In genere sono ubicati in prossimità del contatto tra rocce impermeabili e rocce carbonatiche: le acque di ruscellamento superficiali che scorrono sulle rocce impermeabili quando intercettano le rocce carbonatiche esercitano una notevole azione sia di corrosione che di erosione dando origine a importanti reticoli carsici. L’inghiottitoio dei Tumpi cattura le acque dei rio, adiacente ingresso che scorre nel vallone sottostante il Passo delle Saline. Inizialmente stretta, la grotta si allarga in una sala per poi terminare, dopo qualche decina di metri in passaggi impercorribili. Nel 1972 gli Speleologi immisero una speciale sostanza, la fluoresceina, tracciante atossico, nella grotta, riscontrando dopo quattro giorni che l’acqua usciva dalla sorgente delle Vene (Valle Tanaro). Analoghe prove sono state effettuate negli anni nell’abisso dei Caprosci sulla Cima Brignola e nell’abisso dei Gruppetti con risultati positivi sia alle Vene che alle Fuse, nonché negli abissi delle Frane e Joe Gru, nei pressi della Cima delle Colme, che portano le acque alla sola sorgente delle Fuse.
Ndr …
(1) 28 settembre 2018: Vista sul Monte Mongioie 2630m e la statua della Madonnina nera. (2) 3 luglio 2018: Le vie dell'acqua. (3) 1 giugno 2017: Formazioni di docce nei calcari.
LE VIE DELL'ACQUA
IL SISTEMA CARSICO DEL MONGIOIE E LE VIE DELL’ACQUA
L’ampio sistema carsico che alimenta le sorgenti delle Vene e delle Fuse, in Alta Valle Tanaro comprendente le testate delle Valle Ellero e Corsaglia, racchiude i settori di Cima Brignola, di Cima delle Saline e del Monte Mongioie per una superficie di circa 12 Km quadrati. Si tratta di un tipico esempio di carso di alta quota caratterizzato da pendii spogli e numerose forme di corrosione superficiale. In quest’area sono state rinvenute circa 700 cavità delle più svariate dimensioni: si va dalle varie fratture di scarso sviluppo agli abissi Ngoro-Nogoro e M16 che superano i 500 metri di profondità. Tale sistema carsico costituisce un tipico esempio di differenza tra un bacino idrografico e un bacino idrologico. Le acque piovane o di fusione nivali assorbite alla testata della Valle Ellero confluiscono alla sorgente Vene-Fuse in Valle Tanaro evidenziando la notevole differenza tra la circolazione idrica superficiale e quella sotterranea. Totalmente priva di corsi d’acqua superficiale, l’area è ricca di collettori sotterranei che trasportano le acqua dai vari settori assorbenti verso le sorgenti delle Vene-Fuse. L’individuazione dei deflussi sotterranei avviene immettendo nell’acqua delle zone di assorbimento particolari sostanze coloranti che possano essere individuate nelle sorgenti mediante apposite apparecchiature o captori. La prima colorazione nell’area fu effettuata nell’inghiottitoio dei Tumpi, cavità di ridotte dimensioni che dopo qualche decina di metri diviene intransitabile per gli speleologi ma percorribile dalle acque.
Ndr…
17 aprile 2017: (1) Cima Gardiola 1889m. (2) Ranunculus pyrenaeus. (3) Rifugio Sandro Comino 1889m.
1 novembre 2017 : (1) Cima Durand 2092m. (2) Colla Bauzano 1949m. (3) Sella Piandimale 1786m.
8 maggio 2018: (1) Scilla [falso giacinto]. (2) Petasites albus. (3) Cardamine Pentaphyllos (cinque foglie).
26 giugno 2018: Marmotte.
3 luglio 2018: (1) Vetta in Cima delle Saline 2612m. (2) cima delle Saline seconda croce in ferro. (3) il bellissimo Vallone delle Masche.
3 luglio 2018: (1) Cima delle Saline 2612m [seconda croce in ferro]. (2) Iberis spathulata nana. (3) Ripidissimo canalino detritico in discesa al Rifugio Havis de Giorgi Mondovì.
3 luglio 2018: (1) Scendendo dal meraviglioso Vallone delle Masche. (2) Leontopodium alpinum (Stella alpina). (3) Tratto iniziale del Vallone delle Masche.
30 agosto 2018: (1) Rampa del Cars dal Casino del Cars . (2) Cima Cars 2219. (3) Le tre croci di Cima Cars
5 gennaio 2019: (1) Porta di Pian Marchisio 1634m. (2) Vista su cime salendo al Rifugio Mondovì 1761m. (3) Rifugio Havis de Giorgi Mondovì 1761m.
(1) Soldanella alpinaL. (2) Primula marginata o impolverata. (3) Genziana verna
5 gennaio 2019: (1) Vista su Cima Cars 2218m. (2)Panoramica Cima delle Saline Canalino delle Masche, Rocca del Biecai e Pis d'Ellero. (3) Vista su Punta Havis de Giorgi e Cima delle Saline
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