ATTIVITA’ SPELEO-BRIGATA “ hi!!”
Cosa
volete che vi dica…. siamo italiani la puntualità non è il nostro forte. Eravamo
in ritardo, stanchi, sporchi e soprattutto affamati, dopo una camminata in
Vall’Ellero…. dovevamo recarci al Pian delle Gorre per l’incontro tanto atteso
e da tempo organizzato con un gruppo di speleologi, provenienti dalla Germania
e Austria, nella nostra provincia per una breve vacanza. Dopo averli a lungo
cercati, eccoci da loro… mi presento, o meglio… cerco in qualche modo di farmi
capire con un misto di italiano, piemontese e…. libanese!!!!…… strette di mano
a tutto andare, una dopo l’altra come
negli incontri dei capi di stato…. ed uno di loro senza perder tempo si precipita di corsa sulla rampa di scale del
rifugio e, armato di macchina fotografica,
immortala quegli istanti, non con
una o due foto… ne scatta almeno una
decina… lampi di flash illuminavano a giorno. Qualcuno ( Renzo Camerini ), per
memorizzare i loro nomi, ha moltiplicato le strette di mano, Giovanna ( moglie
di Renzo ) è riuscita ad imparare i loro nomi, peccato però che non li
associava mai alla persona giusta, mia moglie Franca, invece, continuava a
ripetere ..okey ..okey dando ad intendere di aver capito, figuriamoci….. così
abbiamo continuato per circa venti minuti, quando una di loro bassa, con gli
occhiali e lentigginosa si fa avanti e ci comunica che sa qualche parola di
italiano ….tutti allora tiriamo un sospiro di sollievo!!!! Si organizza così la
gita per il giorno successivo: Bossea. Da (quasi) buon speleo subito chiedo
loro se hanno tutto l’occorrente: imbrago, stivali, casco, carburo…. appena sentono quest’ultima parola… no
comment!!… dalle auto tirano fuori tre enormi sacche, 80 metri di corda e un bidone pieno di carburo
sufficiente ad un esercito …rimango
sbaccalito, …. ma il peggio deve ancora
venire… uno di loro mi fa cenno di avvicinarmi e tra le mani apre una cartina,
formato lenzuolo (che sarà mai!!!), qualche istante e mi sussurra
“questa”…..guardo…o mamma mia!!! si tratta poco di meno che dell’ abisso
“Arrapanuj”…inizio a diventare pallido e
sudare freddo…”sono cazzi amari”. Renzo, vecchio volpone, rideva come un
bambino, l’avrei ucciso, per non dire ciò che avrei fatto a sua moglie che
continuava a sghignazzare e dire: “bella
arrapa nuj, bella ..eh Vincenzo, è solo
a due ore di cammino….”….a quel punto, non sapendo cos’altro dire, mi viene in
mente: “noo !!! noo!!! no posibile arrapanuj neve, tanta neve, no
posibile, tanta acqua grotta piena di
acqua - no posibile”.
Appuntamento
ore 9.00 davanti
all’ingresso di Bossea, giungo io per primo, ma subito quattro auto invadono il
piccolo parcheggio: sono loro… e dopo i saluti di rito ci accingiamo alla
vestizione…intanto giungono Ezechiele e Mirko …la nostra escursione inizia…
Galleria dell’ Inferno, Sala del Tempio, Laboratorio Sotterraneo di
Idrogeologia e Meteorologia, Cascata Ernestina, corridoio delle Anatre, laghi
Pensili ed intanto il solito tedesco, da me soprannominato Mister Flash
continua imperterrito a scattare foto (…chissà quanti rullini ha fatto
fuori??!!??). Dopo aver ammirato la
straordinaria bellezza delle concrezioni che si specchiano nelle gelide acque
dei due laghi pensili proseguiamo attraversando il tobogan del ciclista, [
parete esposta del torrente Mora, riarmata in doppia, nel mese di maggio, da
me, Renzo, Claudio e Mirko G. ], raggiungiamo la Galleria delle
Meraviglie, dove ci soffermiamo ad
ammirare la splendida creatura di sabbia realizzata da madre natura o da chi??
la curiosità è tanta, altrettante le domande, ma il problema è sempre lo
stesso: cosa dicono?!?!.
Poco
dopo raggiungiamo il Lago Morto dove
consumiamo il nostro pasto costituito di wurstel, formaggio, salame, focaccine
e cioccolato fondente (insomma ce n’è per tutti i gusti!!!!) e, dopo esserci
riposati sulla fredda sabbia della modesta spiaggetta, ormai invasa da
sacchetti di plastica e da carta stagnola, raggiungiamo l’imbarcadero dove
Ezechiele, noto gondoliere, ci “traghetta” fino al Ciondolo, bellissima
stalattite che si specchia nelle acque del
lago Loser. Dopo aver attraversato la Galleria di Rino ed
esserci calati sulla Cascata di Ernestina, facciamo ritorno…., ma prima ci
soffermiamo ancora al ramo di Babbo Natale….
Indossiamo
abiti comodi e ci ritroviamo nel salone adiacente al bar della grotta, …la
tavola era già stata apparecchiata con cura da Franca, Renzo e Giovanna.
Eravamo pronti ad ingozzarci di torte, fragole e vino, quando Heinz,
capogruppo, si alza e, con in mano un tovagliolo di carta, legge alcune parole
in italiano, precedentemente da lui “assemblate”, con cui ringrazia per
l’ospitalità e per la bellissima escursione e,
chinandosi, tira fuori da sotto il tavolo tre lattine di birra da 5 litri ciascuna …bhè
lascio a voi immaginare…una sola considerazione:ottima birra!!!!!!! e
mentre la nostra amicizia continuava a consolidarsi Maya (la biologa,
lentigginosa) supportata da un piccolo vocabolario tascabile mi chiede di
organizzare altre gite, eh… come no??!! Contentissimo, con mia figlia che parlava l’inglese per me,
ci si accorda….
Eccoci
a lunedì (4 giugno) ore 9,00 : ritrovo a Cuneo in piazza Galimberti, ma che casino!!! tutto è bloccato per il giro
d’Italia … partiamo con destinazione Valle Maira e più precisamente Elva, ove
mia moglie Franca, “nativa del luogo”, farà loro da cicerone. Il vallone, quella piccola strada scavata dall’uomo a colpi
di mazza, li lascia stupefatti ed anche
la bellezza di quella natura non sfugge ai loro scatti fotografici. Giunti a
borgata Serre (quella principale, ovvero il centro della vita del paese)
visitiamo la chiesa, da poco ristrutturata, e ammiriamo gli affreschi del
Maestro d’Elva, probabilmente Hans Clemer. La gita prosegue con una camminata al colle di Sampeyre e tra
viole, rododendri, suoni e magnifici colori raggiungiamo Chiosso, una piccola
borgata situata a 1700
metri, costituta
da poche case, di cui alcune tuttora
abitate. Qui ci fermiamo per una merenda costituita di pane, salame, formaggio
e buon vino che ci viene offerto da un signore settantenne che vive tutto
l’anno, sotto il sole o la neve, in quel luogo
e trascorre le sue giornate praticando un antico e nobile mestiere:
l’erborista… conoscitore delle più antiche tradizioni e usanze ci intrattiene
per un po’ ...ma ormai è tardi e bisogna rincasare ...ci vediamo domani.
….pronti ad una nuova escursione, si parte,
per visitare il Rio Martino ( grotta a me molto cara, in quanto mi ha fornito
lo stimolo a frequentare il corso di speleologia ). Dopo un’ abbondante colazione, ci inoltriamo
nella cavità, esplorando anche i rami laterali , la sala del Pisset e la
piccola Cascatella per poi raggiungere la sala d’Alabastro, che deve il suo
nome alle stupende formazioni calcaree a drappeggio, e finalmente giungere alla
Gran Sala del Pissai, dove, da un’altezza di poco più di 45 metri, precipita
un’imponente cascata. Qui ci soffermiamo a bere un the caldo ed ammirare quella
bellissima creazione della natura, scrutando con occhi curiosi il buio,
rischiarato soltanto dai nostri
acetilene che, a causa dell’aria ,si spengono continuamente.
Ormai
stanchi, bagnati e infreddoliti si torna
indietro, cantando in tedesco “non so che cosa ?” …ed ad un certo punto Maya mi
comunica il loro desiderio di ritornare in Piemonte, tra un anno, per visitare
altre grotte, tra cui “Arrapanuj” …ma non c’è problema: in un anno molte cose
possono cambiare!!!!!
Il giorno seguente invece è la volta
della Tana del Forno (Orso) di
Pamparato, al gruppo si unisce Mirko G. e, dopo essersi liberato dal
lavoro, anche Gionfri , con lui Grazia,
di Imperia, ottima interprete della lingua tedesca, …..il carburo, che
riempie l’aria con il suo profumo, è
pronto ad essere riutilizzato per un’altra gita… che però inizia con un piccolo
problema: la chiave, che il buon Biso mi aveva dato qualche giorno prima, non
apre la botola d’ingresso della grotta, ma è normale dato che la chiave è quella
sbagliata!!!!… improvvisamente un lampo di genio: rovisto tra i massi e la
terra lì attorno…. ed ecco una chiave:
quella giusta, per fortuna. Uno dopo l’altro, pozzo dopo pozzo, scendiamo …. il
silenzio domina, interrotto soltanto dal rumore dei nostri attrezzi e dagli
scatti della macchina fotografica.
Questa
è l’ultima grotta, l’ultimo giorno insieme si sta per concludere…. Resteranno
tanti ricordi e molte foto !!!.
Riuniti nel momento della Zuavallata…
…Quando si mangia senza apparecchiare tavola hi..!!