La Grotta di Bossea si apre in Val Corsaglia, nel Comune di Franosa Soprana; a 836 metri di quota; fra le più belle ed importanti grotte turistiche italiane, è caratterizzata essenzialmente da tre aspetti:

Grandiose dimensioni ambientali; con vaste panoramiche su paesaggi pittoreschi e scoscesi;
Grande ricchezza di acque correnti e precipiti;
Alto valore scientifico e naturalistico. 
È suddivisa convenzionalmente in una zona inferiore caratterizzata da imponenti dimensioni e in una zona superiore costituita essenzialmente da un complesso di strette gallerie sviluppate su piani sovrapposti. Le due parti della cavità sono separate dalla cascata del Lago Ernestina. La zona inferiore lunga circa 900 metri e con dislivello ascendente di 116 metri è attrezzata per la visita turistica e percorsa da un torrente la cui portata varia da 50 a 1500 l/s. Per avere un’idea dei fenomeni in gioco si noti che il torrente trasporta ogni anno 5.000.000 di mc. d’acqua  che contiene una media di 50 mg/L di carbonato di calcio disciolto per un totale di 750 tonnellate di roccia asportate annualmente dal sistema carsico. Dall’abbondanza d’acqua discende la piena vitalità dei processi speleogenetici, ciò che la distingue in maniera molto netta fra le principali grotte turistiche italiane. Il concrezionamento calcareo costituito da stalattite, stalagmite, cortine e colate presenta spesso dimensioni imponenti e grande bellezza per forme e colori. Esplorata nel 1850 da un gruppo di valligiani guidati da Domenico Mora venne aperta al pubblico il 2 agosto 1874 ad opera del senatore Giovanni Garelli di Mondovì. Dal 1969 è sede di una stazione scientifica, che ha come oggetto d’indagine i fenomeni anche biologici tutt’ora in atto nella cavità. Bossea annovera ben 50 specie di animali cavernicoli di cui 10 endemiche e grande interesse riveste il materiale paleontologico rivelato da scavi condotti per alcuni decenni a partire dal giugno 1865. con parte del materiale è stato ricostruito uno scheletro completo di URSUS SPELAEUS, esposto nella sala del Tempio.  


La grotta di Bossea si apre in Valle Corsaglia ad 836 metri di quota s.l.m. ha uno sviluppo complessivo di circa 2800 metri, con un dislivello totale pari a +184 metri (il suo sistema carsico di alimentazione si sviluppa nello spartiacque Maudagna-Corsaglia e la conca di Prato Nevoso con una superfice di oltre 6 Kmq.) è costituita da un ramo principale, percorso da un torrente sotterraneo, (col nome Mora), e da numerose gallerie fossili. Il primo è convenzionalmente diviso in due sezioni con morfologie molto differenti, denominate rispettivamente ramo superiore e ramo inferiore . Quest’ultimo è il solo attrezzato per la visita turistica e a sua volta si può dividere in un ramo di ingresso fossile ed un ramo inferiore attivo, detto anche inferno .

il ramo superiore comprende il corridoio e il lago delle Anatre, il Canyon del Torrente, il ramo dei Tacchini, la Piattaforma, dove si trova il laboratorio principale della Stazione Scientifica, lo Stramazzo, percorribili mediante passerelle e infine il lago Loser, navigabile mediante una imbarcazione o un canotto.



LE  ROCCE  DI  BOSSEA

 

Serie del Brianzonese ligure

Tipologie principali

Era Mesozoica

 Calcari giurassici

denominati localmente “calcari di Bossea” probabilmente del Malm

Aspetto:  calcari marmorei a grana grossa, solitamente massicci, colore grigio scuro.

Localizzazione: parte superiore dei grandi saloni, zona superiore della grotta.

Età: fra 180 e 135 milioni di anni fa.

Caratteristiche: calcari notevolmente puri, con scarso residuo insolubile, molto ben carsificabili.

 Era Mesozoica

 Calcari dolomiti e dolomie (trias)

Aspetto: si presentano a Bossea come marmi dolomitico-cloritici, talora includenti ciottoli, di colore chiaro o giallino mutante localmente al rosso, in fasce ristrette.

Localizzazione: soglie delle cascate di Ernestina e delle anatre, fondo del lago delle anatre, pavimento del canyon del torrente, forse nel soffitto della sala Garelli.

Età: fra 225 e 180 milioni di anni fa.

Caratteristiche: nella zona superiore costituiscono fasce trasversali al letto del torrente, ove formano soglie minimamente solubili che, impedendo l’azione regressiva delle cascate, non consentono l’approfondimento a monte dell’alveo torrentizio, mantenendolo in assetto orizzontale.

Era paleozoica (carbonifero superiore - permiano)

Porfiroidi cataclasati

Aspetto: struttura scistosa a lamelle sottili e fittissime, con consistenza superficiale talora pastosa o pulverulenta. Colore grigio-verdastro.

Localizzazione: parte inferiore (pavimento e pareti) dei grandi saloni: macchia verde in sala frane, faglia di separazione dai calcari e parete destra in sala tempio, inclusione triangolare nella parete ovest della sala del lago di Ernestina, ecc.

Età: fra 300 e 225 milioni di anni fa (circa)

Caratteristiche: rocce silicee, di norma compatte ed impermeabili e molto resistenti all’erosione meccanica delle acque. Schiacciate da ingenti pressioni interne al massiccio hanno assunto una struttura scistosa, con consistenza morbida e scarsa resistenza meccanica, prestandosi ad una facile erosione da parte delle acque correnti e dei materiali trasportati. 

Nei porfiroidi cataclasati è scavata la parte inferiore dei saloni, e in talune zone, l’intero salone fino al soffitto.

Era paleozoico-mesozoico.

Quarziti permo-triassiche

Età: fra 240 e 210 milioni di anni fa (circa)

Pur essendo a immediato contatto con le formazioni calcaree in cui si sviluppano il sistema carsico di Bossea, non risultano presenti nella grotta, ad eccezione, forse, di un limitatissimo affioramento sulla sponda nord del lago di Ernestina (da verificarsi meglio). Essendo fittamente fratturate rivestono importanza (in particolare nel periodo invernale) per l’alimentazione del sistema, per i travasi sotterranei di acque che si verificano fra i reticoli di diaclasi nelle quarziti ed il reticolo carsico.

La successione temporale dei tipi di rocce suindicati è, nelle grandi linee, la seguente:

carbonifero-permiano: porfiroidi

permo-triassico: quarziti

triassico: calcari dolomitici

giurese: calcari giurassici  


LA GROTTA DI BOSSEA E L’UOMO 

Nel grembo tenebroso di Bossea

un antro s’apre misterioso e cupo

che l’acqua vi scavò quando scorrea

quale torrente sceso da dirupi

 Il tempo allora scandito dai millenni

passò silente tra le volte austere

che drappi e trine resero solenni

intanto s’avanzan nuove ere.

E l’uomo s’affacciò su queste terre

con la sembianza ancor non tutta umana,

per dar principio a sua eterna guerra.

Lottò con l’orso e contro la fiumana

che in   mortali pericoli la strinse:

ognora indomito lottò. E vinse.

 Ing. Malandrine D’Asti 

A BOSSEA 

Sotto la volta grigia e festonata

dal lavoro di una goccia che va giù

l’uomo resta confuso mortificato

senza osarsi ad alzare gli occhi in su.

E pensa: queste volte lavorate

dalla mano di un artista sconosciuto

chissà da quanti secoli che sono là

e quante cose che avran veduto.

 E in mezzo a quei saloni sotto quelle volte

che la guida vi fa vedere e che vi battezza

con certi nomi graziosi e pieni d’effetto

l’uomo sente il bisogno di stare raccolto

ti togliersi il cappello e di stare zitto

proprio come se fosse in chiesa.

 Bernardo Garnero


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